giovedì, giugno 06, 2013

Mamma, ho perso le mie paure!

La famiglia americana a partire dagli anni '80 è stata rappresentata nei film come sempre più problematica, allargata e nevrotica, andando a ledere i modelli della famiglia perfetta che veniva di solito dipinta nei film a stelle e strisce. I più piccoli di casa diventano sempre più protagonisti, diventando spesso le colonne portanti di film che poi hanno fatto la storia di una parte del cinema per ragazzi che ancora oggi è acclamata. Spesso questi bambini o ragazzi devono confrontare la loro età con il mondo degli adulti, prendendo a volte il posto dei loro genitori, o cacciandosi in guai così grandi che li porta a dover comportarsi da grandi pur non essendolo.
Quello che viene rappresentato in questi film è un dipinto perfetto di tutte le paure e le fobie degli americani, di qualunque età, e tutti sono costretti a far i conti con quello che temono di più.
Un esempio di quello che vi sto illustrando è 'Mamma, ho perso l'aereo' un classico per le famiglie, che resta ancora oggi uno dei più visti nel periodo natalizio. Il film del 1990 di Chris Columbus, con protagonista uno strabiliante Macaulay Culkin nei panni del piccolo Kevin, illustra fobie e paure di una classica famiglia americana e dei bambini dell'età del protagonista, la solitudine, l'ansia per un figlio, la ricerca della ricchezza, la violenza, la sopraffazione. Direte... bah, ma è solo un ragazzino che combina guai. Attraverso una storia così semplice (e abbastanza assurda), in verità vengono mostrati tanti nei della società americana della fine degli anni '80.
Kevin è il classico bambino viziato combina guai e si rapporta con una famiglia in cui la sua esuberanza è talmente poco sopportata da essere scansato da tutti, tanto da esser messo in castigo in soffitta la notte prima di partire per le vacanze di Natale. La sua distratta famiglia non si accorgerà neanche subito che il bambino non è partito con loro, tanto presa dalla lussuosa vacanza a Parigi, tra zii e cugini, tra fratelli e genitori distratti.
Nel film ci viene mostrato un bambino che ha una smania di essere grande, forse come un po' tutti, ma che cerca di essere grande per evitare tante paure, dalla solitudine, alla nostalgia dei suoi genitori, dalle paure che ogni bambino che resta da solo in casa può accumulare, dalla paura dell'intrusione di estranei. Perchè i personaggi dei due ladri sono indispensabili della storia, è grazie a loro che il bambino viene fuori, Kevin li affronta con astuzia e piani diabolici, ma solo perchè è un bambino, solo perchè ha paura.
I ladri rappresentano anche la paura del cambiamento nella società americana, la famiglia ricca che diventa preda di chi in un periodo non florido diventa 'brigante' e saccheggiatore, i nuovi ricchi diventano la preda più gustosa di chi senza scrupoli, per superare la propria 'paura' di essere dietro a tutti non si ferma neanche davanti ad un bambino.
La famiglia di Kevin si ricorda cosa significa essere davvero una famiglia solo quando ha la paura di perdere uno di loro. La mamma di Kevin (interpretata da una magistrale Catherine O'Hara) va in crisi quando si accorge di aver smarrito il più piccolo di casa, solo allora tutte le fobie da mamma prendono il sopravvento, rendendola isterica, nevrotica, ma mai rinunciataria, la paura la spinge a fare qualsiasi cosa pur di riavere suo figlio, anche ciò che una donna borghese apparentemente perfetta non farebbe mai.
A questo punto fobie dei bambini e degli adulti si incrociano, anche i ladri ad un certo punto sono impauriti da limiti che non riescono a superare.
Tutti però condividono oltre alle paure il coraggio, il coraggio di affrontarle, il che conduce al lieto fine del film.
Il coraggio è l'unica cosa che riesca a far superare ad ognuno le proprie fobie, persino quella della solitudine, la fobia che ognuno di noi ha, e che sembra la più difficile da superare, perchè potrai anche far parte di una grande famiglia come quella di Kevin, ma questo non vuol dire non essere soli, se nessuno ti capisce o cerca di farlo.

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4/ 5
Oleh