domenica, aprile 13, 2014

Il Castello nel Cielo.

Cosa hanno in comune due bambini, una banda di pirati del cielo e un gruppo di militari del governo?
Sono gli ingredienti per raccontarvi de "Il Castello nel Cielo", il terzo film di cui parleremo nel nostro special domenicale dedicato allo Studio Ghibli.
Con molta curiosità mi sono accostato a questo film, che sinceramente non ho trovato come uno dei migliori, ma senza dubbio ricco di spunti interessanti.
La storia verte intorno a Sheeta, una bambina di tredici anni che porta con se un ciondolo con una pietra azzurra. Tutti vogliono quel ciondolo, e sono disposti a far di tutto per averla, per poter arrivare al regno di Laputa, una città volante sospesa nel cielo e ormai disabitata, seppur ancora piena di ricchezze.
In una ambientazione di montagna molto europea, Sheeta incontra Pazu, un bambino della sua età che la salverà in diverse occasioni durante il film. La bambina, che in realtà discende dalla famiglia reale di Laputa, viene inseguita dal governo e dal ricercatore Muska, e da una banda di pirati del cielo, capitanati dalla intrepida e furba signora Dola.
Alla fine quindi i personaggi principali sono solo quattro, e questo rende debole la narrazione in alcuni punti, perchè totalmente assenti i tanti personaggi di contorno che siamo abituati ad incontrare nel mondo dello Studio Ghibli.
E' vero, in film come Ponyo avevamo solo due personaggi principali, e con Kiki addirittura solo uno, ma nonostante "Il Castello nel Cielo" si presti ad avere una trama più intrigante ed elaborata dei due appena citati, il risultato non è lo stesso.
Il film è comunque gradevole, anche se, come in Nausicaa, le eccessive scene di spari e combattimenti con armi di ogni tipo, rendono in alcuni momenti noiosa la visione.
No, non è tutto da dimenticare di questo film, anzi, altrimenti non ne avrei neanche parlato. Quello che a mio parere è il tocco più bello della pellicola è costituito dai cattivi che diventano buoni, perchè la signora Dola e i suoi figli, che nei primi minuti del film vi staranno davvero antipatici, vi conquisteranno nella seconda parte del film. E' infatti grazie a loro che Sheeta e Pazu riusciranno a mettersi in salvo, e a distruggere Laputa prima che cada nelle mani del terribile Muska.
E' grazie a loro se i due bambini resteranno uniti, e affronteranno l'avventura più bella che abbiano vissuto.
Il personaggio di Dola rappresenta poi la forza femminile, che nel bene e nel male, è spesso maggiore di quella maschile.
Colpisce il fatto che ancora una volta i genitori dei protagonisti siano personaggi o totalmente marginali o morti, come accade spesso nelle pellicole dello Studio Ghibli. Abbiamo sempre bambini costretti ad affrontare tutto da soli, e che si dimostrano sempre più maturi degli adulti.
Dola però è anche madre, ma una madre fuori dagli schemi (non per niente è un pirata), e forse sarà questo a spingerla ad aiutare i due bambini, e a non pensare solo al ricco bottino da trafugare a Laputa.
Come una leggenda, questa terra, citata anche ne I viaggi di Gulliver, è ricca di segreti e misteri, di cose nascoste e di scoperte future, una sorta di Atlantide nel cielo.
Si, mi piace vederla così Laputa, e mi piace immaginare che lassù ci sia davvero una fortezza nascosta tra le nuvole, ricca di tesori e di pace.

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4/ 5
Oleh