domenica, maggio 11, 2014

Principessa Mononoke


È la storia di Ashitaka, un guerriero Emishi, e della maledizione caduta su di lui dopo che ha salvato il suo villaggio dalla furia di Nume cinghiale, impazzito dall’ira. Destinato a morte certa, il giovane abbandona il villaggio per evitare che il maleficio ricada su tutti gli abitanti. Durante il suo viaggio per liberarsi dalla maledizione, si ritroverà immischiato in una guerra tra umani e divinità. È qui che incontrerà le due acerrime nemiche Eboshi, la padrona della città del ferro, e San, la principessa spettro. L’umana che cerca di distruggere il bosco delle divinità e la ragazza lupo che cerca di contrastarla.

Coraggio. Valore. Forza. Tradizione.
Sono i termini che racchiudono il senso di questa pellicola. Sono i principi che animano i protagonisti nella loro battaglia.
Natura.
La vera protagonista del film, nella sua lotta contro l'uomo che cerca di distruggerla.
Quando i principi sopra elencati vanno a sfidarsi con la natura, questa diventa viva, questa diventa quasi umana.
Hayao Miyazaki rende quasi sempre nei suoi film la natura protagonista, o parla comunque della sua salvaguardia, ma questo film esprime davvero tutto il suo amore per esse, rendendola viva e partecipe della storia. Che si tratti del dio cervo o della lupa o degli alberi, tutti sono li per mantenere intatto il mondo dalla distruzione degli uomini.
Vi si spezzerà il cuore sentendo dalla voce della lupa che gli alberi piangono quando vengono abbattuti, ma l'uomo non può sentirli.
I protagonisti dovrebbero essere gli uomini, Ashitaka, San, la Signora Eboshi, ma loro sono solo un mezzo per raccontare la storia, diventando pian piano solo personaggi di secondo piano.
E' un film forse meno adatto ai bambini per alcune scene più cruente, ma che bisognerebbe comunque mostrare loro, per imparare il rispetto della natura, delle piante, degli alberi, degli animali.
Unica pecca di questo film è la durata, davvero eccessiva, oltre due ore per una storia che nella parte centrale si prende troppi momenti di silenzio, che tendono i meno "audaci" a vedere anche l'ora successiva.
Tutto in questo film è diverso dagli altri dello Studio Ghibli, non vi è innocenza o fanciullesca sobrietà, ma non per questo i bambini non dovrebbero vederlo, anzi sarebbe molto educativo per i più piccoli.
Non manca l'elemento fantastico comunque, tra divinità, demoni e quegli adorabili ed inquietanti spiriti degli alberi, i Kodama.
La figura della donna è di spicco in questa storia, perché sono sempre loro al comando, o nelle posizioni di spicco, con una splendida carrellata di personaggi, dalla ribelle Sam, alla senza scrupoli Padrona, alla signora Hii, e per finire l'audace e divertente Toki.
Le donne lavorano anche il ferro, diventando così anche la parte produttiva della popolazione, in questo scenario a tratti moderno, a tratti surreale, ma che sicuramente fa riflettere.

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4/ 5
Oleh