venerdì, gennaio 31, 2014

Ribellarsi è GIUSTO. Ribellarsi si DEVE.

Nel momento in cui omologarsi sembra l'unica scelta possibile, proprio all'istante in cui l'unica via percorribile sembra la resa, e l'ignavia impera, proprio allora diventa imperativo e irrinunciabile RIBELLARSI.
rispettare un Ordine che viene mantenuto solo per mantenersi, fungendo da scudo tra i bisogni delle persone e gli interessi di chi li cavalca solo per giocarci o per accattivarsi chi ancora non è riuscito a svegliare la propria coscienza, è SBAGLIATO.
votare il meno peggio, perché NESSUNO difende e garantisce i bisogni delle persone, o dover scegliere tra un esercito di corrotti uno che serve meno padroni (apparentemente) o serve (più probabilmente) padroni diversi è FOLLIA.
un sistema fondato sull'imbastardimento tra fascismo e pseudodemocrazia, che difende un'oligarchia fascisteggiante dai metodi tutt'altro che democratici al servizio di "ideali" plutocratici esiste perché le persone LO ABBATTANO.
lo strumento di asservimento di questi poteri sono le quotidianità. la comunicazione TRA le persone, spiata o filtrata o contaminata da pubblicità è TUTTA a favore di un REGIME che si muove sempre meno nell'oscurità.
qualsiasi mezzo che non passi attraverso i LORO filtri è per questi "simpatici vecchietti" un NEMICO. ancor più del black block nelle strade, il nemico è il LIBERO. quello che rifiuta le loro logiche legate al denaro. quello che si autorganizza. senza pretese di contropotere, anche il piacere personale è malvisto. l'educazione di regime porta a etichettare come "strano" quando non "malsano" tutto ciò che si discosta dalla linea ufficiale. e ciò che non è perfettamente sincronizzato con l'ingranaggio della distruzione, che macera e distrugge il pensiero, è un granello di sabbia tra le ruote dentate di questo orologio. va rimosso. l'ingranaggio va SGOMBERATO.
ma il granello di sabbia nel meccanismo dei nostri cervelli siete VOI. voi, topi che avete noleggiato (a credito) abiti da tigri e leoni per ruggire con voce flatulente. NOI dobbiamo LIBERARCI.


A SARÀ DÜRA

Via da qui...


What's the worst thing that could happen to you?
Take a chance tonight and try something new. 

Dopo un inizio c'è necessariamente una fine, è inevitabile.
Crederete che non è vero, qualcosa può durare per sempre. 
Magari nelle intenzioni, ma non nei fatti.
Magari nei fatti, ma non nelle intenzioni.
Dopo un inizio c'è sempre una fine.
La fine arriva, inevitabile, e anche l'amore più indistruttibile si può rompere, non nelle intenzioni, ma nei fatti. Perchè magari la vita ha portato via una delle due persone, lasciando l'altra nello sconforto per la fine. Ma sono stati i fatti a dividerli, non le intenzioni, perchè ovunque le due persone siano ora, continueranno ad amarsi.
Ma alle volte la fine è un bene, ed è scelta da noi. Cambiare lavoro o città ad esempio, per iniziare un nuovo percorso, o restare nel punto esatto dove siamo sempre stati, mandando via gli altri, mostrando loro una nuova strada, lontana da noi, per il loro bene o per il nostro.
Si, dopo un inizio c'è sempre una fine, lontana da qui, via da qui se volete. Oppure potete restare dove siete sempre stati.


mercoledì, gennaio 29, 2014

SpotiWhat? - Guida Introduttiva a Spotify

Fino all'inizio dell'anno scorso per ascoltare musica in maniera gratuita e LEGALE in Italia non c'erano molte alternative: Youtube era il canale privilegiato, insieme ai siti che ad esso si ispiravano. Altrimenti si correva il rischio di usare programmi peer2peer come BitTorrent ed eMule per il download (ovviamente fuorilegge) di immense quantità di file mp3; e spesso quei file non si riuscivano ad aprire correttamente oppure si rivelavano dei pericolosi virus. 
Per di più, in qualche caso ciò che cercavate era troppo di nicchia e non riuscivate a trovarlo da nessuna parte. Ed è a questo punto che entra in scena Spotify.

Spoti..che?
Spotify. Si tratta di un servizio commerciale che offre musica in streaming, nato in Svezia poco più di cinque anni fa, e che conta attualmente più di 20 milioni di utenti in tutto il mondo. Ci sono due modalità fondamentali di fruizione del catalogo musicale, costantemente in aggiornamento ed espansione con brani inediti e grandi classici di qualsiasi genere, autore e Paese: 

-Versione gratuita, che offre accesso illimitato al catalogo con interruzioni pubblicitarie;
-Versione a pagamento, che rimuove la pubblicità e permette anche il download delle playlist per ascoltare le proprie canzoni preferite anche offline.



Il problema principale è spesso quello di approcciarsi al programma. Come si scarica, come funziona, come non combinare disastri, fondamentalmente. Niente paura, il software è generalmente semplice ed intuitivo, e in ogni momento del suo utilizzo si ha sotto controllo tutta la situazione. Ecco una semplice guida all'uso di Spotify.

- DOWNLOAD -
https://www.spotify.com/it/ è l'indirizzo da inserire nella barra di ricerca. In alto a destra, cliccate su Scarica Spotify. A questo punto attendete la fine del download ed installate il programma come una normalissima applicazione.
Terminato il processo, aprite Spotify. Potete creare un account apposito, oppure collegarvi con il vostro account di Facebook, Twitter o Tumblr: in questo modo amici e followers possono vedere cosa ascoltate e cosa condividete con loro.

- PRIMI PASSI -
La panoramica iniziale è chiara e semplice: a sinistra sei funzioni alleggeriscono la fatica di usare Spotify. Naviga porta alla schermata principale del programma, con notizie dal mondo della musica, playlist incentrate su umori o momenti particolari della giornata, o semplicemente le più ascoltate in Italia e/o nel mondo, oltre ovviamente alle nuove uscite. Scopri basa le sue proposte sugli ascolti effettuati, interpreta i gusti dell'utente e cerca di invogliarlo a sentire qualcosa che gli potrebbe piacere: utile per i più curiosi e affamati di novità. Segui rende Spotify simile ad un social network: si può decidere di essere informati su cosa stanno ascoltando i propri amici di Facebook, su quali brani condividono (magari allegando un piccolo commento), oppure si possono seguire direttamente i propri artisti preferiti; la lista dei brani in riproduzione appare a destra, a volte non si aggiorna benissimo, se ve ne accorgete state tranquilli, non è un problema del vostro PC. Grazie a Messaggi si può chattare, scambiandosi inoltre brani da far sentire all'interlocutore. Brani in coda è una lista delle tracce che verranno riprodotte dopo quella attualmente in esecuzione. Attenzione: questa funzione ha senso se siete in una playlist o nella libreria musicale privata, altrimenti verrà visualizzata solo la cronologia degli ascolti. Infine con Dispositivi si possono sincronizzare le playlist presenti sul pc con l'app per iPhone/iPod/tablet/dispositivi Android, collegandoli fisicamente (con un cavo) o mediante la stessa rete WiFi a cui e connesso il pc.

Schermata-tipo. In verde i comandi principali. In rosso l'attività musicale di amici e artisti, con i consigli di chi seguire. In blu il brano attualmente in esecuzione (con la funzione di condivisione). In giallo la sezione dei file importati dal PC, dei brani "Preferiti" e della creazione di playlist personalizzate.
 - CERCARE MUSICA
Niente di più facile. In alto a sinistra c'è una barra dove inserire il titolo del brano, l'album, l'artista, la playlist o l'amico da visualizzare/ascoltare, e Spotify discriminerà i risultati per categorie. Come prima opzione di ricerca c'è comunque Mostra tutti i risultati che riporta tutti i brani che rispondono alle richieste impostate.


- PLAYLIST -
È sempre bene, o comunque utile, organizzare i propri brani preferiti in sequenze (playlist), così da tenerli sempre a portata di mano. In qualunque punto della ricerca è possibile cliccare con il tasto destro del mouse sul titolo della canzone è selezionare Aggiungi a... e scegliere una playlist presente oppure una nuova, da creare al momento. Un modo ancora più semplice è tenere premuto il tasto sinistro sul titolo e trascinarlo su una delle playlist presenti nella barra di sinistra, analogamente allo spostamento dei file nelle cartelle sul desktop.


 - APP e LA TUA MUSICA
Per un'esperienza più avanzata, sono disponibili una serie di app, alcune di esse sviluppate da quotidiani, blog, radio e social network emergenti. Oppure si può visualizzare la classifica dei brani e degli album più ascoltati in Italia, nel mondo o in specifici Paesi. La Radio ha un funzionamento simile a Scopri. Si seleziona una playlist, un brano o un artista e si crea una sequenza coerente con la richiesta. Si può "migliorare" la radio mettendo "mi piace" o "non mi piace" al brano in esecuzione, oppure saltando al successivo. Quelli scelti come "preferiti" (stellina gialla a sinistra del titolo) appaiono nella playlist predefinita Scelti dalla radio; nulla vieta di inserirli nelle proprie sequenze personalizzate.
Nella sezione La Tua Musica sono compresi tutti i file importati dalle cartelle del computer (si selezionano e si trascinano nella finestra File Locali), i brani su cui si è cliccato Aggiungi ai preferiti e qualunque altra canzone sia stata riprodotta o aggiunta ad una playlist, così da avere una panoramica complessiva.

 Infine, funzioni utili possono essere lo shuffle (riproduzione casuale) e la ripetizione dell'intera sequenza di brani al termine della stessa; i relativi pulsanti sono in basso a destra. In alto a destra, invece, ci sono il tasto per l'upgrade alla versione Premium, quello delle notifiche (amici che ti seguono, nuove uscite di artisti preferiti) e quello della gestione account, dove è possibile effettuare il logout o il passaggio alla modalità Sessione Privata, in cui nessuno dei followers può sapere cosa si sta ascoltando.

Per quanto questo post sia lungo, altrettanto imparare ad usare Spotify non lo è. Si tratta di un'eccellente opportunità per espandere i propri gusti e i propri orizzonti, magari in compagnia e consigliando ai propri amici nuove canzoni, in tutta comodità e, dall'inizio del 2014, anche su tutti i dispositivi. Basta registrarsi, e avrete a disposizione qualcosa come venti milioni di brani in tantissime lingue. Buon ascolto! 

martedì, gennaio 28, 2014

The perks of being a wallflower, avventure di un ragazzo da parete.


THE PERKS OF BEING A WALLFLOWER,  AVVENTURE DI UN RAGAZZO DA PARETE.

“La disperazione è una forma superiore di critica.
Per ora, noi la chiameremo "felicità",
perché le parole che voi adoperate non sono più "parole",        
ma una specie di condotto attraverso il quale gli analfabeti hanno la coscienza a posto. Ma...

la solitudine...”

Questa è una strofa della poesia “Solitudine” di Léo Ferré.
Quando la lessi per la prima volta mi colpì, come può colpire qualcosa che non si conosce bene o che non si capisce fino in fondo. E devo ammettere che per capire solo la prima frase, quella che mi è rimasta impressa in modo particolare, sono impazzita. Come tutte le poesie, può essere interpretata in tanti modi e il pensiero di ognuno può portare a idee e significati diversi, ma leggendo tutta la poesia, ho finalmente capito, o almeno credo.
Chi è solo, folle e disperato, inevitabilmente, guarda il mondo in modo diverso rispetto agli altri, ha una forma superiore di critica ed è destinato proprio per questo ad essere perennemente infelice, ma noi questa folle disperazione la chiameremo ugualmente “felicità” perché chi ha una forma superiore di critica riesce anche ad esprimere le proprie emozioni con il silenzio, mentre gli altri parlano per non rimanere zitti, parlano usando le parole come “una specie di condotto” per avere la coscienza a posto.

Forse penserete che questo non c’entra niente con l’inizio, molto probabilmente è così.
Ma cercherò di collegare le due cose.

Un pomeriggio stavo camminando verso casa e mi era venuta in mente per l’ennesima volta la frase di Léo Ferré, ora non mi ricordo il perché. Passando davanti al mio negozio di dischi di fiducia, sento ‘Heroes’ di David Bowie suonare ad alto volume e ripenso sorridendo ad un film bellissimo che avevo visto qualche mese prima con degli amici: “Noi Siamo Infinito” (The Perks of being a wallflower). Più tardi, a casa, rileggendola, mi accorgo che la strofa che ho scritto sopra della poesia di Ferré racchiude, secondo me, il vero significato del film, la sua vera essenza.
The Perks of being a wallflower parla di un ragazzo, Charlie, solo e particolare, che viene considerato da tutti ‘lo strano’ perché non ha amici, non parla inutilmente, giusto per non rimanere in silenzio, e non esce molto spesso da casa, preferisce rimanere a leggere e a scrivere lettere al suo migliore amico morto l’anno prima. Charlie si prepara ad affrontare il grande Inizio: il liceo. È pronto al peggio e comincia fin da subito a fare il conto alla rovescia per la fine dell’anno, appena arriva a scuola si siede e abbassa lo sguardo sperando che nessuno lo noti e nessuno gli rivolga la parola perché ha paura, ha già sofferto abbastanza e non vuole rischiare che gli capiti ancora. È un ragazzo che cerca continuamente di sparire, è un ragazzo da parete, circondato da persone che non hanno niente dentro e usano le parole come “una specie di condotto”. 
Muove nervosamente lo sguardo e le mani quando lo prendono in giro ma alla fine di quella stessa giornata incontra due ragazzi dell’ultimo anno che, insieme al professore di letteratura, gli salveranno la vita, anche se lui non lo sa ancora: Patrick e Sam. Incominciano a parlare di musica e di band inglesi e Charlie viene invitato per la prima volta nella sua vita ad una festa. Con Sam, una bellissima ragazza che cerca di riemergere dopo un periodo difficile, si apre subito e le racconta le sue angosce e la cosa che più lo fa star male: la morte della zia, di cui si sente responsabile. Sam rimane turbata e decide, insieme a Patrick, di far entrare Charlie nel loro gruppo di amici.

Charlie continua a sentirsi fuori posto nella realtà in cui vive ma ha trovato qualcun’ altro che si sente fuori luogo ovunque come lui e trova finalmente un certo equilibrio e smette di avere le visioni sulla morte della zia. Legge i libri che gli consiglia il suo professore: il buio oltre la siepe, Il Grande Gatsby, l’ Amleto, Il Giovane Holden, ascolta gli Smiths e i Beatles steso sul letto a guardare il soffitto con Sam e fa infiniti viaggi in macchina con Patrick sotto i ponti della città, ha la sua prima fidanzata, dà il suo primo bacio e prova la prima canna.
Ma arriva la fine dell’anno e i suoi amici partono per il college e Charlie ritorna ad essere un ragazzo da parete, uno che osserva il mondo e che vive attraverso le vite degli altri. Dopo un finale che preferisco non rivelarvi, si rialza e cerca di ricominciare a vivere perché se ha trovato il suo equilibrio una volta, lo troverà di nuovo.

Charlie ha una forma superiore di critica e ha una disperazione da ragazzo da parete, che noi per ora chiameremo “felicità”.

sabato, gennaio 25, 2014

Waiting for Oscar

Il prossimo 2 Marzo si svolgeranno a Los Angeles gli ottantaseiesimi Acadamy Awards e tra le nomination ci sono come sempre quei grandi nomi che un po’ tutti avevano previsto.


Ben dieci nomination a testa per American Hustle e Gravity, nove per 12 anni schiavo, film di Steve Mc Queen in uscita nelle sale italiane il 20 Febbraio che racconta la storia di Solomon Northrup, inviato a Washington con la scusa di un lavoro e poi ridotto in schiavitù per ben 12 anni, definito dal regista il diario di Anna Frank dell’America.
Per il fortunato American Hustle, già nelle sale italiane, tra le nomination figura quella come Miglior Attrice non protagonista per la bellissima Jennifer Lawrence che con la terza nomination in 4 anni che in caso di vittoria potrebbe entrare nella storia degli Oscar come più giovane attrice ad aver vinto due statuette.
Un’altra nomination anche per Leonardo Di Caprio che riprova a vincere un Oscar come protagonista di The Wolf of Wall Street, film diretto e prodotto da Martin Scorsese dove Di Caprio riveste i panni di Jordan Belfort, uno dei broker di maggior successo nella storia di Wall Street, dove in maniera assolutamente illegale si è velocemente arricchito e ha sperperato tutto in droga e donne a pagamento.

Di tutto rispetto anche la nomination come Miglior Film Straniero per La Grande Bellezza, film di Paolo Sorrentino un po’ snobbato in Italia ma molto apprezzato oltreoceano. Con questa nomination un film italiano entra nuovamente nella cinquina per il miglior film straniero dopo otto anni di assenza, mentre l’ultima vittoria risale al 1997 con la vittoria di Benigni con La vita è bella. Sicuramente tra i favoriti dopo la vittoria ai Golden Globe, se la dovrà vedere con The Broken Circle Breakdown di Felix van Groeningen (Belgio), The Missing Picture di Rithy Panh (Cambogia); The Hunt di Thomas Vinterberg (Danimarca); Omar di Hany Abu-Assad (Palestina). 



Miglior film
12 Anni Schiavo
American Hustle
Captain Phillips
Dallas Buyers Club
Gravity
Her
Nebraska
Philomena
The Wolf of Wall Street

Miglior attrice protagonista
Amy Adams - American Hustle
Cate Blanchett - Blue Jasmine
Sandra Bullock - Gravity
Judi Dench - Philomena
Meryl Streep - I segreti di Osage County

Miglior attore protagonista
Christian Bale - American Hustle
Bruce Dern - Nebraska
Leonardo DiCaprio - The wolf of wall street
Chiwetel Ejiofor - 12 Anni Schiavo
Matthew McConaughey - Dallas Buyers Club

Miglior regista
David O. Russell - American Hustle
Alfonso Cuaron - Gravity
Alexander Payne - Nebraska
Steve McQueen - 12 Anni Schiavo
Martin Scorsese - The Wolf of Wall Street

Miglior sceneggiatura originale
American Hustle
Blue Jasmine
Dallas Buyers Club
Her
Nebraska

Miglior sceneggiatura non originale
Before Midnight
Philomena
12 Anni Schiavo
The wolf of Wall Street
Captain Phillips

Miglior film straniero
Alabama Monroe - Una storia d’amore
La grande bellezza
Il sospetto
The missing picture
Omar

Miglior documentario
The act of killing
Cutie and the boxer
Dirty wars
The square
20 feet from stardom
Miglior film d’animazione
I Croods
Cattivissimo Me 2
Ernest & Celestine
Frozen
Si alza il vento

Miglior canzone originale
Alone yet not alone - Alone yet not alone
Happy - Cattivissimo Me 2
Let it go - Frozen
The moon song - Her
Ordinary love - Mandela: Long walk to freedom

Miglior attrice non protagonista
Sally hawkins - Blue Jasmine
Lupita Nyong’o - 12 Anni Schiavo
Jennifer Lawrence - American Hustle
Julia Roberts - I segreti di Osage County
June Squibb – Nebraska

Miglior attore non protagonista
Barkhad Abdi - Captain Phillips
Jonah Hill - The Wolf of Wall Street
Bradley Cooper - American Hustle
Jared Leto - Dallas Buyers Club
Michael Fassbender - 12 Anni Schiavo

Miglior fotografia
The Grandmaster - Philippe Le Sourd
Gravity - Emmanuel Lubezki
A proposito di Davis - Bruno Delbonnel
Nebraska - Phedon Papamichael
Prisoners - Roger A. Deakins

Migliori costumi
American Hustle
The Grandmaster
Il Grande Gatsby
The Invisible Woman
12 Anni Schiavo

Miglior montaggio
American Hustle
Captain Phillips
Dallas Buyers Club
Gravity
12 Anni Schiavo

Miglior make-up e parrucco
Dallas Buyers Club
Jackass Presents: Bad Granpa
The Lone Ranger

Miglior colonna sonora
The Book Thief
Gravity
Her
Philomena
Saving Mr. Banks

Migliori scenografie
American Hustle
Gravity
Il Grande Gatsby
Her
12 Anni Schiavo

Miglior sonoro
All Is Lost
Captain Phillips
Gravity
Lo Hobbit: La desolazione di Smaug
Lone Survivor

Miglior montaggio sonoro
Captain Phillips
Gravity
Lo Hobbit: La desolazione di Smaug
A proposito di Davis
Lone Survivor

Miglior effetti visivi
Gravity
Lo Hobbit: La desolazione di Smaug
Iron Man 3
The Lone Ranger
Into Darkness - Star Trek

Miglior cortometraggio 
Aquel No Era Yo (That Wasn’t Me) - Esteban Crespo
Avant Que De Tout Perdre (Just Before Losing Everything) - Xavier Legrand and Alexandre Gavras
Helium - Anders Walter and Kim Magnusson
Pitääkö Mun Kaikki Hoitaa? (Do I Have to Take Care of Everything?) - Selma Vilhunen and Kirsikka Saari
The Voorman Problem - Mark Gill and Baldwin Li

Miglior cortometraggio documentario
CaveDigger - Jeffrey Karoff
Facing Fear - Jason Cohen
Karama Has No Walls - Sara Ishaq
The Lady in Number 6: Music Saved My Life - Malcolm Clarke and Nicholas Reed
Prison Terminal: The Last Days of Private Jack Hall - Edgar Barens

Miglior cortometraggio d’animazione
Feral - Daniel Sousa and Dan Golden
Get a Horse! - Lauren MacMullan and Dorothy McKim
Mr. Hublot - Laurent Witz and Alexandre Espigares
Possessions - Shuhei Morita
Room on the Broom - Max Lang and Jan Lachauer


La scelta del telefilm.

Watching TV by sanchiesp
Il dilemma di ogni telefilm addicted: quale serie iniziare nel bel mezzo della pausa natalizia (solitamente breve), o peggio ancora in quella estiva (tre, quattro mesi)?
La questione è abbastanza grave, forse peggio dell'ansia pre-esame che pervade gli studenti universitari.
La scelta del telefilm, è alquanto complessa, perché c'è un insieme di fattori da valutare, e tutti i parametri devo rientrare nella norma, altrimenti non ci sarà niente da fare, il telefilm non passerà alla fase della visione.
Analizziamo con calma, le varie fasi che compongono questo processo.
Fase 1: ricerca dei telefilm, solitamente si inizia girando per il web, oppure mettendo un messaggio sui vari social network, e sperando che i tuoi contatti non ti propinino le solite serie del momento, che solitamente sono nel palinsesto di ogni telefilm addicted.
Fase 2: Se la prima fase è andata a buon fine si procede con la ricerca della serie, ma solitamente ci si trova davanti ad un problema insormontabile: lo streaming. O la serie che ti hanno consigliato è troppo vecchia, e quindi i link più recenti che trovi sono quelli di Megavideo, e Megaupload, oppure sono tutti scaduti, e si è quindi costretti a scovare il sito più nascosto che li abbia.
Fase 3: la visione della serie. Si inizia una attenta valutazione dei personaggi, delle storyline, dello svolgimento della trama e delle sotto trame. Solitamente l'analisi si svolge nei primi cinque episodi.
Se l'analisi ha esiti positivi, la serie sarà promossa, e la si guarderà fino all'ultima puntata, altrimenti sarà definitivamente eliminata.
E voi prudenti che ne pensate?

venerdì, gennaio 24, 2014

Sogni Suini per un'evoluzione instabile.

Japanese with Pig and Wave by JaimePosadas
Teoria delle sette e quaranta. Durante l’ora di punta, a tutti è capitato, imbottigliati nel traffico, di erompere in qualche bestemmione. Ma abbiamo sempre corso il rischio di incombere in -Punizioni divine -Punizioni umane -Interdizione dai pubblici uffici -Pene capitali varie ed eventuali E se tutti quelli che sino ad ora ci hanno condannato per l’espressione di creatività sbagliassero? Se, oltre che uno sfogo e un mezzo d’espressione artistica, la bestemmia fosse altro? Mi spiego meglio. Parlo del Classico dei Classici, ovvero il “Porco Dio”. La bestemmia per eccellenza, che ogniqualvolta il nostro mignolino del piede incappa in qualche mobile rischia di uscire a 180 decibel dalle nostre ugole. Bene, una domanda: di ciò che non esiste, si butta via qualcosa? La risposta è No. È conclamato che un qualsiasi dio sia un’entità per i più gentili astratta, per i più concreti inesistente. Ergo, di dio non si butta via niente. E TUTTI sanno che anche del porco non si butta via niente. Mettendo le due cose insieme si giunge ad una conclusione eclatante: l’ipotetico dio dei cristiani e degli ebrei in realtà non ha creato l’uomo a sua immagine e somiglianza, bensì il maiale. E questo si sposa molto più facilmente con l’idea di un dio buono. Meno, forse, con quella di un dio onnipotente, ma pensando al rilascio di gas intestinali al quale di tanto in tanto i maiali sono dediti, due domande sui superpoteri dei suini me le farei. In conclusione, sovviene una domanda: se DioJahweh ha creato il maiale somigliante a se stesso, l’uomo da dove è uscito?

Assodato che l'uomo non è assolutamente creato ad immagine e somiglianza di un ipotetico dio, e che questo posto è riservato ai suini, la domanda è quella dei filosofi. Da dove veniamo?
Interessante. Che veniamo da due genitori (qualsiasi sia il loro sesso) è sicuro sino ai margini della banalità, con l'eccezione di esseri extraterrestri pentasessuali.
Resta, però, evidente una certa parentela tra l'uomo e il suino. L'incarnato rosato, per dirne una, nonché le esalazioni che più o meno saltuariamente emanano i nostri corpi, sono spesse volte confondibili con quelle di maiali o, nei casi più disperati (pardòn, ancestrali) ai cinghiali. Anche i processi mentali degli uni e degli altri sono spesso simili. Come se l'uomo, quasi potendo scegliere tra le ali dei condor e le ghiande dei maiali tra le caratteristiche fisiche e dietetiche dei propri antenati avesse di proposito scelto le ghiande.
Alcuni maiali, prevalentemente maschi, sono molto territoriali. Anche la singola ghianda, magari scartata per caso o volontà (anche i maiali possono essere schizzinosi), può essere motivo di ardenti diatribe quando non di immediato pericolo per l'incauto che dovesse metterci su gli occhi. Questi comportamenti hanno svariate ragioni, come ad esempio la necessità di mettersi in mostra davanti a femmine o ad altri esemplari della specie.
Nell'uomo questo si traduce con un'inaspettata gelosia dei propri averi. Io ho buttato qualcosa, quel tizio passa, se la prende e io lo massacro. Semplice. Nemmeno troppo ingiustificabile, per certi tipi di "morale". 
Però spostiamoci all'aspetto sociale per l'essere umano.
Come per ogni difetto caratteriale personale, la situazione si aggrava quando l'essere umano in questione ricopre posizioni di potere, o magari DI RAPPRESENTANZA.
Può capitare che qualcuno, INAVVERTITAMENTE, lasci che una proprietà (ad esempio, una villa) vada via via distruggendosi e degradandosi. Mettiamo il caso che questo posto venga poi "risollevato" da un gruppo di persone. Queste sono inizialmente viste come brutte, sporche, sovversive e puzzolenti. Poi, però, qualcosa cambia. Queste persone FANNO qualcosa. E restano comunque brutte, sporche, sovversive e puzzolenti, perché l'uomo discende comunque dal maiale. Però ci sono maiali e maiali. Accade che un giorno, magari d'inverno, un essere umano (discendente dai maiali, e forse con un paio o forse più di caratteri ancestrali visibili) a capo di questa "istituzione" decida che quella cosa è sua, e nessun altro deve poterci mettere il naso, il grugno o il cotechino. E che fa? Caccia tutti da quel posto, e poi (siccome comunque quel posto non gli interessa, si è solo fatto bello davanti ai suoi consimili) lo chiude, per lasciarlo nuovamente a se stesso.

Ora, io non so quanto antica sia la famiglia del Presidente Schittulli. Però credo che sia parecchio vicino ai giorni nostri il distacco dalla specie originaria.

Vita da bambola: l'inizio di una collezione.

photo credits: girl enchanted
Un giorno guardi una vetrina, vedi una bambola sberluccicosa, e decidi che quella sarà la tua amica per la vita. Arrivi a casa, apri la scatola, sganci tutti quegli intricati laccetti di metallo, ed eccola la, la tua bambola, che porti sempre con te, anche a dormire. I primi giorni la metti nella scatola con cura, poi cominci a perdere una scarpetta, si sfila un nastrino del vestito, i capelli si increspano, poi le cambi vestito, anche la seconda scarpetta è andata, la faccia un po annerita, e infine un giorno ti credi il parrucchiere delle star e le tagli anche i capelli.
Un giorno guardi una vetrina, vedi una bambola sberluccicosa, e decidi che deve essere nella tua libreria in bella mostra. La porti a casa, le scatti delle foto, le posti su Flickr, nel gruppo dei collezionisti di facebook, e la cataloghi con cura, e non la togli neanche per un secondo dalla scatola. Sei li impassibile ad ammirare la luce riflessa sul lucido della scatola. E maledici il giorno in cui da piccolo hai tagliato i capelli a quella bambola, che oggi varrebbe una fortuna, e sarebbe un grandioso pezzo da collezione.
Sì, perchè una bambola può avere due vite: essere comprata da una bambina che prima o poi la ridurrà in pezzi, o essere comprata da un adulto, che la tratterà meglio della moglie.
Iniziare una collezione, nel campo delle bambole, vuol dire che qualcosa vi ha colpito, qualcosa di speciale, qualcosa che ha stuzzicato la vostra fantasia, qualcosa che vi spinge a colmare un vuoto con mille scatole glitterate, o di ritornare bambini tra spazzole e scarpette di plastica. Oppure semplicemente amate quel mondo, quel mondo che profuma di nuovo, che brilla in ogni angolazione, che vi ammalia con i suoi mille colori e mille dettagli. Un buon collezionista di bambole deve saper distinguere due abiti praticamente uguali, differenziati da un risvolto di una manica di un colore diverso, o da una acconciatura da un lato diverso, perchè fabbricate in nazioni diverse, o perchè di anni diversi.
Lo stesso personaggio può assumere aspetti diversi, seguendo le mode e i progressi nel campo della produzione di quella marca. E devi essere disposto a spendere, e anche tanto.
Se da bambino la bambola la sbattevi ovunque, ora ti si spezzerebbe il cuore anche se un angolino della scatola si arricciasse o piegasse.
Il mondo dei collezionisti è molto preciso ed attento, ben organizzato, e molto molto difficile.
All'inizio si possono commettere tanti errori: non riconoscere pezzi rari e svenderli, spendere troppo per una bambola non poi così introvabile, confondere marchi o edizioni. Bisogna essere attentissimi agli acquisti sul web, e bisogna imparare a selezionare le qualità delle varie bambole, per dimensione, rarità, marchio, tiratura (ebbene si, anche le bambole possono avere tiratura limitata).
Ma quali sono gli errori da evitare per iniziare a collezionare le bambole?

1) Se siete un newbie del collezionismo, vorrete comprare tutte le bambole che trovate, al momento, senza aspettare occasioni, senza informarvi sul loro valore, e sulle vere qualità dell'oggetto. Prima dovreste informarvi,  conoscerle, e infine comprare. Non comprate prima  di sapere veramente cosa avete davanti.

2) Non tenete la vostra collezione per voi. Che gusto c'è a non condividerla con nessuno? La cosa più bella è entrare nella rete dei collezionisti, il web aiuta tantissimo oggi in questo campo. A parte avere sempre un confronto e nuove info sulle bambole, troverete degli amici con cui condividere la vostra passione. A parte i classici social (facebook e twitter), flickr raccoglie un grandissimo numero di collezionisti di bambole, che si divertono a fotografarle nelle pose più svariate. Fate ricerche anche su tumblr e pinterest.

3) Visitate mostre, bancarelle, negozi e negozietti. Sfogliate le collezioni degli altri. Non limitatevi a notare cosa c'è al momento in vendita su ebay. Spesso le info sono limitate (o sbagliate), e c'è molto di più da acquistare in giro, e magari anche ad un prezzo più accessibile. Non fermatevi mai al primo pezzo.

4) Dovete dare un senso alla vostra collezione. Non ha molto interesse o valore acquistare bambole random, di serie tutte diverse, di personaggi tra loro non collegati e di marchi differenti. I due filoni principali sono quelli delle Barbie (con le varie collezioni), e i personaggi Disney. 

5) Tenetele nelle scatole! Qualcuno, anche grandi collezionisti, vi dirà che è noioso tenerle li senza poterci giocare. Ma alcune delle scatole moderne delle bambole, una volta aperte non si possono più richiudere, e il tutto perde valore (economico ed espositivo). E' bello avere le scatole, è come se fossero le loro case, un mondo loro, nelle quali inoltre la bambola si conserva al meglio. E' inutile sottolineare che una bambola ancora nella scatola ovviamente vale molto di più di una bambola buttata su di una mensola con i suoi oggetti sparsi.

6) Le Guide dei prezzi sono essenziali per la raccolta. E’ necessario avere un qualche aiuto che ti guidi per la  raccolta,  e che ti aiuti a valutare la tua collezione. Ma non diventare schiavo delle Guide dei  prezzi. Potete trovare grandissime occasioni e grandissime truffe, specie se acquistate sul web. Dovete sviluppare il naso per questi affari, fatevi guidare da un occhio attento, il vostro, una volta allenato per bene.

Volete sapere poi come determinare il valore delle vostre bambole? Ecco la seconda guida di oggi:

a) Esamina la tua bambola attentamente e annota eventuali danni causati da usura o difetti. In presenza di danneggiamenti, il valore del giocattolo diminuisce.

b) Sappiate che una bambola che non è mai stata rimossa dalla scatola (NRFB) vale molto di più. Rendetevi conto che una bambola rimossa dalla scatola originale, o addirittura con le fattezze alterate, anche se forse più bella o rara, vale meno per i collezionisti.

c) Essere consapevoli del fatto che la data che la bambola porta impressa sulla schiena, non è la data in cui è stata prodotta. Questa data si riferisce alla data di creazione dello stampo.

d) Generalmente, una bambola riprodotta in meno esemplari rispetto ad altre vale molto di più.

e) Determinare se si dispone degli accessori originali della bambola. Una bambola vale di più se indossa il vestito e tutto ciò che aveva al momento della vendita .

Vi ho fatto pentire abbastanza di aver rasato la vostra bambola a 10 anni? Bene, il pentimento e il perdono per se stessi per le proprie bambole dell'infanzia, è il primo passo per ricominciare a comprarle, questa volta da adulti.

martedì, gennaio 21, 2014

Arrow: una freccia che buca il teleschermo

Immaginate una freccia, un arco, un uomo vestito di verde. E’ un eroe, è ricco, non ruba per donare ai poveri, anche se le sue intenzioni sono tra quelle più onorevoli: riportare pace e dignità alla sua città, Starling City. Spesso uccidere è la scelta più coraggiosa, se serve per portare a termine il proprio obiettivo, tuttavia farlo non lascia indifferente il nostro protagonista. Sto parlando di Arrow, il nuovo successo televisivo che ha conquistato l’America, ma soprattutto l’Italia, tanto da spingere Stephen Amell, colui che veste il ruolo di Freccia Verde/Oliver Queen, a ringraziare i numerosi fans attraverso Twitter.
La prima stagione della seria è andata in onda in America nell’Ottobre del 2012 sull'emittente televisiva The CW, mentre in Italia nel Marzo 2013, direttamente in chiaro, su Italia 1, riscuotendo, come abbiamo già detto prima, un enorme consenso da parte dei telespettatori. Da poche settimane, è iniziata la messa in onda della seconda stagione, catturando ancora più fans. La storia è quella di Oliver Queen, unico superstite del naufragio che ha gli ha portato via il padre e la sorella della sua fidanzata. Oliver arena sulle rive di un’isola sperduta e sopravvivere è la sua unica prerogativa. Ogni puntata della prima stagione si apre con un prologo: “Il mio nome è Oliver Queen. Per cinque anni sono rimasto bloccato su un'isola con un solo obiettivo: sopravvivere. Ora esaudirò il desiderio di mio padre in punto di morte: userò la lista di nomi che mi ha lasciato e colpirò tutti quelli che stanno avvelenando la mia città. Per fare questo, devo diventare qualcun altro. Devo diventare qualcos'altro.”
Tutta la narrazione si sviscera tra le avventure vissute sull’isola e le vicende che si tingono di giallo nella sua città natale. Amicizia, amore, famiglia, si ingarbugliano costantemente, spingendo il protagonista a mentire, a proteggere, addirittura, a lottare. Inizia a collaborare con John Diggle, interpretato da David Ramsey, la sua guardia del corpo, ovvero un ex militare dalle mille abilità, facendolo diventare il suo braccio destro. Oliver, tuttavia, non può farcela da solo, così grazie all’esperta informatica, Felicity Smoak (Emily Bett Rickards), dipendente della sua società, nonché personaggio ricco di sfumature, ironico, chiacchierone, sarcastico, ma allo stesso tempo, preciso, attento, scrupoloso e super intelligente, riesce a scovare malviventi e a controllare gli inganni realizzati dai fatidici “nomi della lista”. Il suo ritorno, del tutto insperato dalla famiglia, non è però come lo si aspettava. La madre, Moira Queen (Susanna Thompson) e la sorella, Thea (Willa Holland –l’abbiamo già vista in The O.C., nei panni della sorella di Melissa Cooper!) si ritrovano un Oliver sfuggente, per certi versi più maturo, rispetto al miliardario che cinque anni prima, era totalmente preso da feste, divertimento e spensieratezza, e il relazionarsi è un continuo tira e molla. Poi c’è lei, l’amore riscoperto, l’amore rinunciato, l’amore forse mai dimenticato: Laurel Lance (Katie Cassidy), avvocato a difesa dei più bisogniosi, tradita dalla sorella e da Oliver, e per questo, in colpa quest’ultimo per la morte della sorella. Inizia a collaborare in diversi casi con l’Incappucciato, ovvero Freccia Verde, riuscendo insieme a fare giustizia. Gli intrighi si evolvono di puntata in puntata, lasciando lo spettatore curioso, bramoso di vedere cosa succederà ancora, cosa si nasconde, quale segreto cela la città e quale è il male maggiore. Un telefilm che fa parlare molto –bene- di sé.

lunedì, gennaio 20, 2014

Prudenti al cinema: Il capitale umano di Paolo Virzì.


Il capitale umano è l'insieme di conoscenze, competenze, abilità, relazioni ed emozioni acquisite nel corso della vita di un uomo ed in questo caso calcolate per poter essere quantificate in denaro.
Il capitale umano è il nuovo film di Virzì, ispirato al romanzo omonimo di Stephan Amidon, in uscita nelle sale italiane dal 9 gennaio.
Diviso in quattro capitoli (Dino, Carla, Serena, Il Capitale Umano) ci trasporta nel mondo della Brianza, tra borghesi provinciali e magnati della borsa, aprendoci uno scorcio sulle diverse vite dei protagonisti.
Il denominatore comune è un cameriere. Un pover uomo costretto a tornare nel suo paesino con la bici, che tra una curva ed un Suv nero, verrà spazzato via dalla strada e ridotto in fin di vita.
Il capitale umano è quindi la cifra che le assicurazioni pagheranno alla famiglia dopo la sua morte.


In realtà però il ciclista è solo di sfondo a l'intreccio tra le famiglie Ossola e Bernaschi, tra la presunta relazione di Serena e Massimiliano e l'acquisizione delle quote nel fondo fiduciario di Giovanni.
Dino usa il rapporto di sua figlia per accattivarsi la simpatia del Bernaschi ed entrare così nella cerchia dei ricchi.
Poi c'è l'infelice e scialba Carla e la passione per il teatro, la nuova moglie di Dino, Roberta e la psicologia, la libertà di Serena e la nuova storia con Luca, “quello un po' matto”.
Insomma, dalla tragicità di un evento, si dirama un albero ricco di visioni delle personalità differenti, alcune intrappolate, altre un po' immature o avventate, ma a testimonianza dei vari scenari presenti nella nostra Italia attuale.

E la drammaticità si avverte proprio perché la storia portante della pellicola è solo l'imput dell'intera vicenda.
Nei capitoli, dunque, vi sono i diversi punti di vista e, pian piano, le novità salienti da inserire in quella che è la ricostruzione degli eventi.
E' triste notare che il dolore della famiglia della vittima è lontano, messo da parte, di minore importanza rispetto, ad esempio, ai capricci di Carla, moglie di Giovanni Bernaschi.
Virzì risulta quasi crudele ma è l'unico modo per aprirci gli occhi: queste sono situazioni che accadono ogni giorno, l'egoismo di due famiglie e l'isolamento di una terza, distrutta, sfasciata.

I capitoli ci danno l'opportunità di cogliere, andando avanti, sfumature diverse. Se il regista ci pone un piccolo flashback è solo per farci cogliere il salto di vita che Dino sta compiendo e darci la possibilità poi di afferrare la sua futura disperazione.
Quanti italiani cercano di “fare più soldi” entrando in investimenti senza in realtà avere la liquidità necessaria?
Quanti vedono crollare davanti ai propri occhi tutto il mondo e restano indifesi davanti ai recupero crediti, agli sciacalli che mangiano ogni cosa?
Purtroppo al giorno d'oggi sono fin troppi.
Fin troppi che per entrare in quel che sembra un ottimo fondo fiduciario chiedono un prestito lasciando come garanzia la propria casa e cancellando il futuro della figlia.
E quante donne, invece, sono schiave di un matrimonio finito? Sono spente e senza vita perché non vivono ciò che vorrebbero?
Cercano uno spiraglio in una nuova relazione, in nuovo progetto ma poi scappano spaventate o lo vedono volare via sotto i loro occhi.
Dino e Carla sono noi in fin dei conti.

Come lo sono Giovanni, preso dai suoi soldi o Roberta dal suo lavoro e dalla agognata maternità.
Come lo sono i giovani: Serena e Massimiliano bloccati in un rapporto che non c'è più solo per tutelare le loro famiglie. Luca travolto dalle ingiustizie della vita.
E poi di nuovo Massimiliano ancora innamorato della sua ex, Serena allo scoperta di un nuovo amore con qualcuno che prima non avrebbe mai visto, troppo in basso nella società per essere anche solo degnato di uno sguardo dalla sua élite di amici.
Sono noi, noi siamo loro.

E purtroppo, ci dice Virzì, possiamo anche essere quel ciclista o sua moglie.
Siamo vittime dei nostri sbagli e alle volte anche del destino.

E allora consiglio davvero di guardare “Il Capitale Umano” (con un cast eccezionale, da Bentivoglio alla Golino, dalla Bruni Tedeschi a Gifuni) anche solo per capire che un capitale di vita noi lo abbiamo veramente e potremmo viverlo diversamente.
Queste marionette siano d'esempio.
Non sprechiamo la nostra vita e facciamoci più forti del destino.
Diciamo di no.
Aiutiamo noi stessi e gli altri. Aiutiamo il nostro Paese.

Avete scommesso sulla rovina di questo paese e avete vinto”.

Abbiamo vinto, ci sei anche tu cara.”

domenica, gennaio 19, 2014

Prudenti al cinema: Frozen.

Immerso in una distesa di freddo, sono andato a vedere Frozen, e visto il freddo becco per strada sembrava davvero di essere nel film. Tra un pubblico di bambini, ma non solo, mi son goduto un altro capolavoro di casa Disney. Un film con due protagoniste, due principesse questa volta, anche se Anna ruba quasi sempre la scena ad Elsa, in teoria vera protagonista del film, incoronata dal tema portante del film, la spendida Let It Go di Idina Menzel (cantata in Italia da Serena Autieri durante il film). Una eroina e una regina solitaria, che si salvano a vicenda, perchè il vero amore è quello tra sorelle. Seppur avevam già visto sorelle nei classici Disney (La Sirenetta, Pocahontas, Cenerentola...) questa è la prima volta che sono entrambe protagoniste, entrambe importanti, e solo aiutandosi possono vincere. Una concezione tutta familiare questa volta, niente vero amore in senso sentimentale del termine questa volta. Personaggi divertenti, curati, con una grande interiorità, ben riusciti. Numeri musicali davvero buoni, e un adorabile Olaf, vera superstar del film.
Come in Brave dello scorso anno, anche questa volta l'ambientazione è talmente disegnata bene da sembrare reale in alcuni momenti. Tanti i rimandi a film del passato (specie La Bella e La Bestia e Rapunzel), ma non c'è un vero cattivo, perchè questa storia ci insegna che il male e il bene possono essere in ognuno di noi, dobbiam solo imparare a gestirli. Un insegnamento importante oggi, i bambini devono capire come apprezzare se stessi e gli altri, difetti compresi.
Una fiaba moderna ma classica che mi ha lasciato a bocca aperta.
Sono uscito dalla sala, e son risalito in auto, e avrei voluto vederlo di nuovo, cosa che non mi capita spesso al cinema...

sabato, gennaio 18, 2014

Un foto vale più di mille parole

Tutti abbiamo sognato almeno una volta di fare il giro del mondo, qualcuno l'ha fatto realmente e ha deciso di utilizzare i social per renderci un po' suoi compagni di viaggio. 
Durante questa settimana sono infatti rimbalzate sul web le bellissime foto scattate dal fotografo di nazionalità russa Murad Osmann in cui immortala la sua ragazza di spalle in decine di scenari diversi.

Hong Kong - Cina 

Dalla Spagna, all'Italia, al Giappone fino agli Stati Uniti la bellezza degli scatti è sempre la stessa ed è davvero difficile non innamorarsene.
Ogni foto sembra rievocare lo stupore di ognuno di noi, nelle vesti del perfetto turista alla scoperta di paesaggi, scorci, tramonti e culture di Paesi diversi.

Bali - Indonesia 

Non può di certo mancare il Bel Paese che per paesaggi naturali e bellezze architettoniche non ha davvero nulla da invidiare al resto del mondo. 

Ravello - Campania

Ravello - Campania

Venezia 
 Inutile dire che l'account Instagram del fotografo impazza già di followers innamorati e di conseguenza Murad ha già in programma nuovi viaggi per non deludere le loro aspettative. 

Barcellona - Spagna

Delle volte davvero niente è più forte del potere evocativo delle fotografie, confesso che me ne sono follemente innamorata. Viaggiare è un sogno comune davvero a tanti di noi e se per il momento ci dobbiamo accontentare delle foto per "viaggiare con la fantasia" devo dire che mi va più che bene.
Lascio quindi parlare le foto, buon divertimento.

Madrid - Spagna

Costa Azzurra - Francia

Indonesia

Istanbul - Turchia 
 
Londra - Regno Unito

Montecarlo - Principato di Monaco

Mosca - Russia

Moschea Blu - Istanbul - Turchia 

Madrid - Spagna

Singapore

Time Square - New York
Londra - Regno Unito