venerdì, ottobre 30, 2015

Halloween da bambola.


La nostra beniamina ha fatto tutti i lavori del mondo, ha seguito ogni stile e moda, e soprattutto ha celebrato qualsiasi festa del calendario. Sto parlando ovviamente di Barbie, che si è immersa in ogni cultura per trarne il meglio dal suo guardaroba. E allora... che Halloween sarebbe senza Barbie?

La prima Barbie di Halloween arriva tardi nella sua storia, solo nel 1997 appare sugli scaffali per la prima volta una bambola dedicata a questa festa. Con la diffusione di Halloween pian piano anche negli altri paesi, specie in Europa, la Barbie di Halloween è diventata una tradizione annuale, che da ormai 18 anni ci accompagna tutti gli anni, con edizioni speciali e diversi personaggi.


1997 Happy Halloween Barbie & Kelly
1998 Halloween Party Barbie & Ken
1999 Halloween Fun Barbie & Kelly


1999 Halloween Fun Li'l Friends of Kelly GiftSet
2000 Enchanted Halloween
2001 Halloween Princess


2002 Halloween Glow
2002 Maskerade Party
2002 Perrr-fectly Halloween


2003 Halloween Enchantress
2003 Halloween Fortune
2004 Boo-tiful Halloween


2005 Halloween Wishes
2005 Halloween Star
2006 Halloween Hip


2006 Halloween Charm
2006 Trick Or Chic
2007 Halloween Party


2008 Trick or Chic
2008 Fashion Spell
2009 Pink Halloween


2009 Halloween Treat
2009 Kelly Merry Monsters
2010 Happy Halloween


2011 Halloween Party
2011 Halloween Treat
2011 Halloween Haunt


2011 Chelsea Halloween
2012 Halloween Haunt
2012 Halloween Star


2013 Bewitched & Bejewled
2013 Sweetheart Halloween
2013 Chelsea Halloween


2014 Halloween
2014 Halloween / Taget
2014 Chelsea Halloween


2015 Moonlight Halloween
2015 Moonlight Halloween / Target
2015 Chelsea Halloween

giovedì, ottobre 29, 2015

Halloween comodamente a casa!



L'arrivo di Halloween è ormai dietro l'angolo, pochi giorni e la ricorrenza più paurosa dell'anno si avvicina.  Di feste mascherate nei locali ne siamo pieni. In ogni angolo di Italia, del mondo tutti, bambini, adulti e giovani adolescenti si apprestano a bussare alle porte dei vicini a fare "dolcetto o scherzetto" o si dimenano ballando musica a tutto volume nelle discoteche più rinomate. Ma se siete come me, che di alzare il sedere dal divano non ho nessuna intenzione, e vi piace trascorrere quella serata comodamente appollaiata tra le braccia del moroso sgranocchiando pop-corn e guardando film spaventosi per restare in tema, allora questa breve lista fa assolutamente per voi!
Di classifiche sui film horror più spaventosi al mondo sul web se ne trovano a bizzeffe, alcune stilate da noti giornali, altre da vari blogger. Ovviamente, il gusto è tutto personale e un film horror che per me può essere terrificante per qualcun altro può essere una barzelletta. Bando alle ciance, e vediamo un po' cosa possiamo vedere questo fatidico 31 Ottobre.
  • Se non lo avete mai visto, per me, è il film più pauroso di tutta la storia dei cinema horror. Sarà perchè sono credente e quindi di riflesso psicologicamente "so" che certe cose possono accadere. Sarà perchè è stato il mio primo horror in assoluto. Sarà semplicemente perchè fa paura e basta. Sto parlando de L'escorcista. Questo sceneggiato cinematografico non mi ha fatta dormire per notti e notti e notti. Devo dire che mi ha traumatizzata e ancora adesso non riesco a rivederlo e sconsiglio qualsiasi mio parente o amico nel vederlo, ma se voi non siete troppo deboli di cuore e vi piace la paura intesa come "maligno che si appropria del vosto corpo tanto da farmi fare cose terribili" allora vedetelo, vi piacerà!

  •  The ring. E' stato uno dei pochi horror che mi è piaciuto moltissimo. I successivi non hanno avuto lo stesso impatto "emotivo" e di "terrore" che mi ha provocato questo. Se andate in uno chalet e trovate una videocassetta sospetta, bè, non vedetela.... 

  • Amityville horror. Classico film nel cui inizio compare la tranquillizzante frase "Tratto da una storia vera." Donne, se vostro marito si comporta in modo strano, non è detto che questa volta sia questione di corna... forse c'è qualche voce nel suo cervello che gli suggerisce di uccidere voi e la vostra famiglia. Io mi preoccuperei...  

  • Paranormal Activity.  Gente che sviene durante il film, scelta di non mostrarlo ai minori di 14 anni. Questa è stata la reazione americana alla visione del film. Per me è stato tutto un "mah". Zero ansia, zero spavento. Storia come definisco io "no-sense". Banale, scontato e per nulla pauroso. Tuttavia, se volete vedere se urlate come pazzi pure voi, durante la visione, allora provate pure. 


  • The conjuring  - L'evocazione.  Questo rientra tra i film che mi sono piaciuti. Intenso, accattivamente, coinvolgente, inquietante. Se non lo avete visto, vi consiglio di farlo. Vi stupirà.


Questi erano alcuni dei film da vedere nella terrificante notte di Halloween. Li avete già visti? Avete altri da consigliarci? Se vi va, lasciateci un commento.

Felice Halloween a tutti!

sabato, ottobre 17, 2015

Recensione - Grey


Un bravo lettore è colui che legge senza preguidizi.
Un lettore appassionato, quando gira l'ultima pagina, assapora l'ultima emozione, qualsiasi essa sia.

Gilda Cortese




Ne abbia sentito parlare fino alla nausea. C'è chi lo odia, lo disprezza e lo critica pesantemente. E c'è chi lo ama alla follia, lo custodisce amabilmente fino a renderlo una guida personale da cui attingere ispirazione.
Sto parlando di una delle trilogie più discusse degli ultimi anni, Cinquanta sfumature di grigio. Da qualche mese, la cara autrice inglese E. L. James ha pubblicato un altro capitolo della saga : "Grey". La storia, ovviamente, è quella riportata in Cinquanta sfumature di grigio, raccontata però dalla voce e dai pensieri del dominatore Christian Grey. Per chi non avesse letto i romanzi (ma ne dubito!) o visto il film in questione, la storia è quella di una ragazza verginella che si innamora di un giovanotto ricco sfondato il cui unico scopo sessuale è di dominare la sottomessa di turno, controllandola a livello maniacale. La sottomessa in questione si chiama Anastasia Steele, ma non conosce affatto il mondo sadomaso di cui fa parte Christian e nemmeno sente di poter aver quel tipo di relazione con lui. Tuttavia, gli concede la sua verginità come se non avesse assolutamente valore e lui la prende senza tanti complimenti. Tutta la narrazione si basa sul sesso: l'unica chiave di comunicazione, riappacificazione, motivo di scontro tra i due protagonisti. E' svilente come viene presentata la figura femminile. E' antifemminista vedere come una ragazza senza reticenze alcune (lei vuole in tutto e per tutto compiacerlo, nonostante lo trovi difficile, e si sente in colpa nel non riuscire a farlo) concedersi come se il corpo fosse l'unica parte di sè da poter offrire. Varie vicessitudini prima allontanano poi riavvicinano la coppia, fino a diventare marito e moglie.



 *scena tratta dal film Cinquanta sfumature di grigio

Tornando a "Grey", non si discosta assolutamente da quella che è stata la forma, la scrittura e il contesto dei libri precedenti. Un libro scritto in modo superficiale, male con costruzioni delle frasi troppo brevi. I pensieri di Grey sono quasi tutti: "Brava bambina.", "Cazzo" e relativi ai diversi modi in cui vuole possederla. Avrei decisamente voluto leggere qualcosa di più psicologico, e l'autrice nei ringraziamenti ha cintato due medici che l'avrebbero aiutata per l'esplicazione dei disturbi comportamentali.. 
Forse era un ringraziamento per averla tenuta in cura? Perchè di disturbi comportamentali nel romanzo c'era ben poco. Ciò che spinge Christian tra le braccia di Ana è solo una curiosità morbosa verso una ragazza che appare inizialmente sottomessa, quindi facile da dominare per poi desiderarla proprio perchè non lo è affatto e vuole "addomesticarla". Il suo non è amore, è pura voglia di controllo, di vincere una sfida. Se tutti i libri fossero stati costruiti su un reale disturbo psicologico con una narrazione più realistica la sua impronta nel mondo letterario sarebbe stata più apprezzata.
Ammettiamolo ragazze, ma quante di noi, dinnanzi a un contratto come quello proposto da Christian ad Ana, avrebbero preso in considerazione anche per dieci secondi di firmarlo? Nei romanzi è saltata secondo me una parte fondamentale: quella della conoscenza. Se si sviluppava di più la parte iniziale sarebbe stato più verosimile il racconto.
Se questo libro doveva essere un riscatto per la protagonista, direi che l'intento non è riuscito affatto. 
Quando ho girato l'ultima pagina, la mia emozione è stata di sollievo. Sì, perchè la tortura era finalmente finita.

sabato, ottobre 10, 2015

Carver e Murakami



Forse a qualcuno capita più sovente, però per me rimane sempre un momento in cui spalanco gli occhi e salto un respiro. Sto leggendo in contemporanea questi due autori: Raymond Carver (Clatskanie, 25 maggio 1938 – Port Angeles, 2 agosto 1988) e Haruki Murakami (Kyoto, 12 gennaio 1949). Statunitense e orientato al racconto il primo, giapponese e iper-profilifico il secondo.
Carver mi è saltato in braccio, dopo aver visto il film Birdman (o l'imprevedibile virtù dell'ignoranza), [film del 2014 di Alejandro González Iñárritu e interpretato tra li altri da Michael Keaton, Zach Galifianakis, Emma Stone e Edward Norton], in cui il protagonista mette in scena un’opera teatrale dello scrittore. Il nome di Murakami mi è stato consigliato invece da una mia amica davanti a una birra media, citando quello che poi sarebbe diventato il primo titolo dell’autore a cui mi sarei approcciato: ‘A sud del confine, a ovest del sole’ (Ed. Einaudi, 2003). Da molti mesi porto avanti questi due autori: come spesso mi capita di fare parto da un libro - non sempre quello fondamentale per capire l’autore - e di lì inizio un piccolo viaggio nella sua bibliografia.
Li sto portando avanti in parallelo. Ogni tanto mi capita di leggere qualcosa di Carver, finito quello attacco Murakami. Tento di non sovrapporli, mi sforzo di terminare uno prima di aggredire l’altro. Sono stati per me due binari che scorrono paralleli, vicini per una mia scelta di lettore, ma distanti come vita vissuta, come approccio alla letteratura. A un certo punto però accade l’imprevisto. Sto leggendo una raccolta di poesie di Carver (Orientarsi con le stelle, Ed. Minimun Fax, 2006), quando mi imbatto in una poesia lasciata a riposare poco prima della metà della raccolta. E’ intitolata Il proiettile, ma quello che mi fa sobbalzare non è tanto il titolo, quanto la scritta in alto a destra: per Haruki Murakami. Prima di leggerla, ripasso alcune volte la dedica; sillabo il nome con l’ausilio del mio indice per esserne sicuro.                                                                                                                                                                                                                                      Per Haruki Murakami
Sorseggiavamo il tè. Scambiandoci educate
congetture su come mai i miei libri
avessero tanto successo nel tuo paese. Non so come,
ci mettiamo a parlare del dolore e delle umiliazioni
che , secondo te, ricorrono spesso
nei miei racconti. E quell’elemento
di pura casualità. E di come tutto ciò si traduce
in termini di vendite.
[…]

Continua la poesia, dipanando la matassa per arrivare a spiegare il titolo, con l’utilizzo di un flashback, che ci riporta in un Dodge del ‘50, con un gruppo di ragazzotti e un proiettile di neve vagante. Si conclude poi con loro due che educatamente alzano le tazze da tè. Educatamente.
Quello che però mi coglie alla sprovvista è la seconda persona con la quale Carver conduce la lirica. Mi impressiona saperli assieme, immaginarli tranquilli mentre discutono di letteratura, di caccia, di donne e chissà di quali altri argomenti ancora. Vedere come cautamente si incrociano due pensieri, due fiumi  di parole. E’ come se per un attimo avessi trovato qual fantomatico luogo in cui due rette parallele possono infine incontrarsi. Alla prima lettura, l’impulso è stato quello di chiamare un qualche professore di matematica per vedere se la tesi potesse reggere. Per ora però mi limito a segnare la pagina della poesia di Carver, ripromettendomi di tornare.


mercoledì, ottobre 07, 2015

Bravòff 3.0



Una piccola grande realtà quella di Bravòff che ritorna per il terzo anno: nuovi spettacoli, nuovi scenari. Uno spazio per l’Arte, per diffonderla, per raccontarla, per avvicinarla al pubblico che spesso ne è così lontano.

Quest’anno la rassegna Bravòff dedica i suoi spettacoli alle lettere d’amore inviate dal fronte in occasione del centenario dall’ingresso dell’Italia nella Grande Guerra e al regista polacco Tadeusz Kantor, così importante per il panorama barese ma conosciuto da pochi.

Cinque realizzazioni artistiche per sostenere la cultura e per aprire il cuore del pubblico a riflettere e a riflettersi.

Guerra, comicità, storia, improvvisazione: elementi che verranno affrontati in cinque serate, con doppio appuntamento.

Si parte con “Riccardo e Lucia” di Claudia Lerro che narra la storia di Riccardo e Lucia, i suoi nonni, attraverso i racconti e i diari del nonno, nei quali non vi è solo la vicenda d’amore ma anche la lotta per i propri ideali e la fiducia nelle proprie convinzioni.

“Lembos” con Amalia Franco è storia di vita, di anime che si intrecciano nella vita di ognuno di noi. Vecchiaia e infanzia, maschere, danza, non ci sono personaggi, i personaggi siamo noi.

Poi “Mitici, so’ forti sti greci” di Domenico Clemente, il racconto della mitologia con l’uso del linguaggio contemporaneo, diretto e dissacrante. C’è il teatro e l’attore, c’è una nuova visione rispolverata dell’antico.

A spezzare “Improgames”, un vero e proprio teatro d’improvvisazione, nel quale non vi è copione, non vi è scaletta, ma solo gioco con il pubblico che muove le sorti dello spettacolo dall’inizio alla fine.

Ed infine, “Giordano Bruno, l’eretico furore”, percorso nella vita misteriosa e poco conosciuta del filosofo Nolano, dal rogo sino alle origini.


Il teatro Bravò riesce così anche quest’anno a riunire diverse forme di teatro per dare vita con le proprie forze a uno scenario ricco e brillante, una produzione pugliese da non perdere.