mercoledì, aprile 20, 2016

Reboot e remake, un fenomeno in forte crescita

Negli ultimi anni, le case di produzione del piccolo e del grande schermo sfornano con insistenza reboot e remake dei grandi colossal del passato; voglia di riportare alla ribalta i grandi successi del passato o mancanza di originalità?

Ormai i termini “Reboot” e “Remake” sono all’ordine del giorno per gli appassionati di cinema e serie tv, ogni grande major ha in cantiere almeno un lavoro su questa scia.
Quando si parla di “Reboot”  (riavvio), il termine indica quei prodotti filmici ma anche videogiochi, appositamente realizzati per tentare di dare un nuovo slancio a prodotti conclusi o in calo di popolarità. Il “Reboot” precede un nuovo inizio, con la totale o parziale riscrittura degli eventi avvenuti nella saga originaria. Tra le motivazioni che spingono alla realizzazione di un “riavvio”, c’è l’interesse da parte della casa produttrice di usare vecchi materiali per crearne di nuovi, tentando di avvicinare nuovamente il pubblico a una serie che potrebbe rivelarsi ben accolta e magari migliorarla utilizzando le più moderne tecnologie.

Il “Remake” (rifacimento) di un’opera si applica in particolare ai film, ma anche per serie televisive o videogiochi. Quando il “rifacimento” è trasversale, ossia si applica un “medium” diverso da quello originale, si utilizza di solito il termine “adattamento”. Il “Remake” può essere più o meno fedele all’originale, si può cambiare l’ambientazione, aggiungere o togliere qualche personaggio o modificare la trama. Se si tratta di pellicole tratte da racconti o romanzi, allora sarà più adatto parlare di “adattamento”.


Che si parli di uno o dell’altro, questa tecnica ha ormai preso piede nell’industria dell’intrattenimento ed è lecito chiedersi se si tratta di un esercizio stilistico o di un desiderio di sfruttare al massimo una fetta di mercato che ha già dato buoni risultati in passato.

Anche nell’ambito delle serie televisive non mancano degli esempi, basti pensare all’idea geniale di Netflix di riscrivere un degno finale per Gilmore Girls, già solo i rumors sui social dopo la riunione del cast originale, hanno messo nelle mani dei produttori un successo assicurato.
Ma nella lista dei nomi celebri non può mancare The X-Files, cult fantascientifico anni ’90 tornato alla ribalta dopo quasi 15 anni dalla sua conclusione, e Xena, altro cult targato anni ’90 che la NBC ha affidato ad Javier Grillo-Marxuach, noto per aver fatto parte della squadra di Lost.

Il rischio che si può correre in questo casi è però quello di allontanare i fans originali della serie, come potrebbe accadere nel caso di Streghe. La CBS, stando ai rumors che circolano sul web, sta lavorando a questo progetto ma senza includere nessuno degli interpreti del cast originale, notizia che ha scatenato immediatamente le reazioni dei fans più appassionati.

Di certo le premesse per un nuovo successo non mancano quando si parla di ridare lustro a storie che hanno affascinato generazioni per anni, ma è davvero necessario creare un reboot o un remake per ogni programma di culto? O sarebbe meglio sfruttare le nuove idee? A mio parere si tratta solo dell'ennesima strategia di mercato delle major per trasformare lo spettacolo del cinema, ma anche quello del piccolo schermo, in un mare di cose viste e riviste togliendo spazio per emergere alle idee originali e di nicchia. 

Condividi

articoli simili

Reboot e remake, un fenomeno in forte crescita
4/ 5
Oleh