mercoledì, febbraio 28, 2018

Castelli di Puglia: Lucera e la “Chiave di Puglia”


La fortezza svevo-angioina di Lucera, nella provincia di Foggia, è una costruzione risalente al XIII secolo, di età federiciana e angioina.
La “Lucera saracenorum” oggi ormai non esiste più, non vi è più traccia di minareti e moschee, ma pare che nel 1239 non ci fossero più di dodici abitanti di fede cristiana, e il vescovo stesso fosse costretto a parlare arabo per farsi capire.
Federico II deportò i saraceni dalla Sicilia a Lucera e per questo, negli anni '20 del 1200, fece edificare il suo Palatium. Lucera ben presto si trasformò così in una città musulmana. La fortezza venne invece edificata da Carlo I D'Angiò e completata nel 1238.
In tempi di trasferimenti di massa di popolazioni, non doveva sorprendere che Federico li deportasse tutti in Puglia, anzi, mossa intelligente quella di spostare quel popolo riottoso dalla Sicilia, troppo vicino anche alle popolazioni africane.
Inoltre per la Capitanata, e per “Lugerah”, fu fonte di sviluppo e progresso. Quella terra, poco abitata e poco coltivata, vide l'incremento di di agricoltura, artigianato e commercio.


Il popolo locale, dopo aver capito di non poter nulla contro questa invasione “programmata”, trasformò l'odio in devozione per Federico II, il quale, per ricambiare, li trasformò nel suo esercito e nella sua guardia del corpo.
In questo “melting pot” pugliese giunsero maestri, studiosi, armatori, una corte viva e attiva. Grandi architetti, quali Pietro d'Angicourt, Giovanni da Toul e Riccardo da Foggia, giunsero per edificare la fortezza, che si affacciava su paesaggi maestosi, e restava inaccessibile su ben tre lati su quattro.
Da qui deriva la denominazione di “Chiave di Puglia”, perché chi l'avesse posseduta, avrebbe preso la regione intera.
Un luogo lussuoso, da una parte l'harem con le odalische, le danzatrici e i ragazzi di vita; dall'altra letterati arabi, spagnoli e inglesi, maestri d'armi, indovini e astrologi; stanze arredate con sfarzo e raffinatezza, che si affacciavano in un cortile adorno di fontane, con il pozzo al centro.
Trentadue vani arredati con seta d'oriente, vetri e ceramiche.
Quel che sappiamo di questa lussuria lo dobbiamo ad un dipinto di Jean-Louis Desperez.
Si continua con i laboratori per lavorare i metalli e le armi, statue e sculture classiche, decorazioni romano gotiche, con una fusione di stili e epoche differenti.


In realtà oggi del Palatium federiciano possiamo ammirare solo qualche frammento interrato.
Sorge poi la cinta muraria irregolare, che con i suoi oltre 900 metri di lunghezza avvolge tutta la collina, con tredici torri quadrate, due bastioni, sette contrafforti e due torri cilindriche angolari.
Questo gigantesco anello di mura che circonda il castello fu fatto costruire da Carlo d'Angiò dopo la vittoria degli svevi. Sorse così un nuovo castello, dormitori, magazzini, scuderie e la chiesa di San Francesco.
Lucera divenne una cittadella militare autonoma, il più importante avamposto fortificato della Puglia settentrionale.
Il corso della storia modificò purtroppo il rapporto tra i popoli e le religioni, passando dalla tolleranza a una lunga scia di sangue e conflitti.

Condividi

articoli simili

Castelli di Puglia: Lucera e la “Chiave di Puglia”
4/ 5
Oleh