mercoledì, febbraio 21, 2018

SEI UN MITO: perché certi fenomeni non torneranno più.


Siamo negli anni '90, il mondo è invaso dal pop, dalle radio alle tv, e personaggi come Madonna, le Spice Girls e le boyband hanno il dominio sul mondo. Sì, sul mondo, non solo sulla musica, perché gli anni '80 ci avevano già insegnato con la stessa Madonna, Michael Jackson e tanti fenomini più o meno duraturi che i veri divi idolatrati non erano più le star di Hollywood, ma i cantanti.
La musica era diventata finalmente il mezzo per permettere ai più giovani di esprimere il loro pensiero, per parlare di argomenti che loro stanno a cuore, per ribellarsi, e per far si che temi come amore, sesso, droga, solitudine e depressione non fossero più un tabù.
Nascevano così i veri e propri miti, quelli idolatrati dai teenager, ma capaci alla fine di estendere il loro potere a ogni generazione, come negli anni '60 era avvenuto già con i Beatles e Elvis.


Sì, perché sono la band inglese e il ciuffo più emulato di sempre i precursori di questo fenomeno, in tempi non sospetti, quando i ragazzi cominciavano ad avere una identità propria, cosa che avrebbe portato di li a poco al '68 e le rivolte giovanili.
Nascono così la Beatles-Mania e l'adorazione per Elvis, inizialmente solo tra un pubblico femminile e molto giovane, per poi rendere questi due mostri sacri della musica icone indiscusse di una intera generazione (e non solo!).
Ma i Beatles si sciolgono, Elvis e John Lennon ci lasciano, e nonostante il culto per loro resta intatto (se non accresciuto) ancora oggi, i nuovi giovani anno bisogno di nuovi idoli.


Michael Jackson, prima baby star nei Jackson 5, poi re del pop da solo, diventa forse il primo vero idolo mondiale afro americano (motivo per cui i suoi cambiamenti fisici successivi hanno creato tanto scalpore), portando così un più ampio respiro nel pubblico, specie di colore, mostrando loro che tutti possono arrivare così in alto (come poi farà Beyoncé, dando potere alle donne di colore nella musica come poche avevano fatto prima di lei).
Manca ancora però qualcosa, e la società, i giovani, ne hanno bisogno: una donna in vetta.
Non siamo qui per sottovalutare l'importanza di personaggi come Etta James, o Donna Summer, o l'unica donna ad avere una hit #1 in ogni decennio dagli anni '60 ad oggi, ovvero Cher, ma una donna che comandasse tutto il mondo, non solo quello della musica, e che rivoluzionasse il modo di comunicare doveva ancora arrivare.


E così gli anni '80 plasmano la figura più complessa, amata, odiata, discussa, articolata, geniale, provocatoria, furba che la storia della musica abbia mai avuto: Madonna.
La si può amare o odiare, la potete trovare geniale o insopportabile, ma Madonna è l'unica icona della musica che ha stravolto TUTTO, perché chi è seguito ha solo trovato la strada già spianata (da Katy Perry a Lady Gaga, passando per tutte le altre, il gioco era giustamente iniziato già 30anni prima).
Madonna è riuscita a conciliare la figura quasi angelica (provocatoriamente parlando) di Marilyn, una delle sue fonti maggiori di ispirazione, omaggiata durante tutta la carriera, con qualcosa che ancora mancava: la donna che abbatte le leggi maschiliste del mondo della musica e della comunicazione.
Potremmo parlarne per ore, ma è giusto arrivare ora agli anni '90, il culmine e la parentesi finale della creazione di questi miti (tutti idolatrati ancora oggi ancora più di prima).
In un mondo di boyband, dove le teenager andavano in disibilio e in crisi ormonali, piangendo alla comparsa di personaggi come Nick Carter (BackstreetBoys) o Gary Barlow e Robbie Williams (Take That), le figuri femminili, 'annientate' dalla luce incontrastata di Madonna, hanno bisogno di una nuova linfa.
C'è bisogno di un personaggio differente dalla Ciccone, per un pubblico sempre più presente nell'acquisto della musica, quello latino, una comunità crescente negli Stati Uniti, e quindi bisognosa di una sua star.


Così una ragazza texana, di origine messicana, porta il pop latino e la cumbia in vetta alle classifiche, conquistando un pubblico trasversale, di età e di etnia. Selena Quintanilla Perez, o semplicemente Selena, diventa una stella mondiale, con premi, riconoscimenti, pubblico, e diventa una delle prime star a avere una linea di abbigliamento, una bambola, un profumo, anticipando ogni cantante degli anni 2000. La parentesi di Selena culmina al massimo del successo, quando la sua assistente le toglie la vita nel 1995, distruggendo una carriera piena di successi, ma rendendo Selena una icona immortale, letteralmente venerata in ogni parte del mondo, con manifestazioni, musei, mostre, statue a lei dedicate. Ad oggi Selena, morta a soli 23 anni, ha venduto oltre 60 milioni di dischi.

Non stavamo parlando di boyband poco fa? Giusto giusto, un fenomeno che ogni decennio torna a 'colpire', New Kids on The Block, Take That, Blue, One Direction... fenomeni mondiali, ma che restano spesso legati a una fase generazionale (anche se le prime tre veterane band sono ancora attive oggi), e questa supremazia maschile ha avuto uno scossone (un crollo?), con un fenomeno che è paragonato solo a quello dei Beatles, ovvero la Spice-Mania, termine che oggi trovate anche sulla enciclopedia, insieme al Girl Power.


Non hanno certo bisogno di presentazioni, ma le Spice Girls hanno venduto più di ogni altra girl band, (seppure in meno anni di effettiva attività, 1996-2000), detengono il record di velocità di sold out per dei concerti (quelli del Reunion Tour del 2007), il maggior numero di tweet durante una cerimonia sportiva (la loro esibizione del 2012 alle Olimpiadi), e ancora nel 2018 la news della loro reunion, con una semplice foto su instagram, il tema più discusso di questo nuovo anno.
Insomma in 22 anni il fenomeno pop non ha smesso di riscuotere successi, sopra ogni aspettativa. Le Spice Girls sono state forse la 'mania' più grande, il che spiega forse l'immutato successo ad ogni loro comparsa nonostante tanti anni di silenzio. Ogni marca del mondo negli anni '90 è stata pubblicizzata da loro, le loro apparizioni televisive erano quotidiane in ogni parte del mondo, tutti conoscevano e conoscono le loro canzoni, ad ogni età, ogni ceto sociale, ogni regione del pianeta. Lo 'Spiceworld' è un fenomeno globale di dimensioni pazzesche, inarrestabile ancora oggi. Tutti amavano e amano le Spice Girls, un fenomeno non ripetibile per nessuna band successiva, neanche quei tanto amati One Direction, il cui immenso pubblico resta comunque formato da adolescenti, che stanno crescendo molto in fretta, e che per la globalizzazione dei gusti musicali, attraverso i social e la musica digitale, cambieranno 'direzione' in fretta.
Le Spice Girls hanno insegnato sì alle ragazze a essere forti, consapevoli del loro corpo, a indossare ciò che le fa sentire bene e non necessariamente sta bene, ma soprattutto a essere se stessi e amarsi, motivo per cui sono icone gay indiscusse, le Spice Girls sono come noi, sono ragazze comuni che non indossano look abbinati, non sono comandate da nessuno, sono al potere di loro stesse.
Gli anni Novanta finiscono, le folle immense, le ore davanti la tv a aspettare un video o una apparizione, le patatine o le lattine con i nostri idoli sopra stanno per essere spazzati via dal web, e una serie di infinite meteore (gli anni 2000 sono un calderone di ritorni o brevi arrivi), ma un ultimo mito nasce tra il 1998 e il 1999, il mito di colei che sarà una stella fortunatissima e poi sfortunata, ma che riuscirà a riprendersi tutto rinascendo, unico esempio moderno di come il successo ti distrugge ma che l'amore del pubblico ti rialza e ti riporta al posto che ti spetta di diritto.


La gabbia d'oro in cui nasce il sogno americano di Britney Spears, l'artista più seguita e cliccata al mondo negli ultimi due decenni, diventa una prigione quando al culmine del suo successo, un successo gigantesco per una semplice ragazzina della Luisiana, tutti vogliono un pezzetto di lei, del suo successo, della sua vita. Britney incarna il sogno di gloria di tutti gli americani, è amata da tutti, e questo è un peso immenso, e quando cade il mondo piange insieme a lei, e il pubblico le porge una mano, così quando si rialza diventa l'esempio migliore per tutti i ragazzi e le ragazze al mondo di come ognuno di noi possa affrontare tutto e riprendere in mano la propria vita (il meme 'se Britney ha superato il 2007 io posso superare questa giornata' è popolarissimo e stampato persino su magliette e tazze). Britney è la star umana, l'ultimo mito del pop, quello che, lontano dall'eterea figura di Elvis diventa una di noi, diventando per i suoi successori un fenomeno senza mai più pari.

I successi galattici nel mondo della musica non sono mancati dopo, da Justin Bieber a Lady Gaga, da Beyoncé agli One Direction, da Jennifer Lopez a Ariana Grande, così si potrebbero citare prima di loro Cher, i Rolling Stones, i Take That, Kylie, Mariah e tanti altri, ma coloro di cui vi ho scritto oggi hanno avuto la capacità di portare il loro potere fuori dalla musica, di unire anche chi non seguiva il loro genere musicale, di spezzare barriere e tabù, di far credere in se stessi anche chi si sentiva in minoranza. Per questo nel mondo dei social, di iTunes, dello streaming, del tutto accessibile a tutti, non può nascere un nuovo mito, e certi fenomeni non torneranno più.

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Oleh